La Storia
Ubicato nel centro storico di Barcellona Pozzo di Gotto, l’edificio si affaccia con il prospetto principale sulla Via Immacolata, antico asse viario secondo la direttrice nord-sud che collega Castroreale a Barcellona P.G., mentre il prospetto secondario dà sul Vico Monte Croce. L’edificio, a pianta irregolare di forma vagamente trapezoidale, risale alla prima metà del XIX secolo ed appartenne alla famiglia Fazio di Nasari.
Nella parte centrale della facciata si trova l’ingresso principale, inserito in un avancorpo formato da due semicolonne, affiancate da altrettante lesene, poggianti su basamenti costituiti da conci in pietra e collegate al di sopra da un architrave. Questa particolare caratterizzazione dello spazio centrale dell’edificio, è ripresa al secondo e terzo piano fuori terra da un doppio ordine di lesene, sormontate da capitelli decorati con volute in stile ionico. In questo sistema sono incastonati dei balconi poco sporgenti, con ringhiera lineare in ferro.
Su Vico Monte Croce, la facciata presenta delle bucature disposte in modo irregolare ed asimmetrico rispetto al prospetto principale. L’assenza di intonaco consente di leggere la tessitura muraria che compone la struttura portante dell’edificio in pietrame listato con elementi in cotto.
I restanti prospetti secondari, lato sud, hanno affaccio sulle due piccole corti comuni dell’edificio. All’interno un ampio atrio ed una scala pavimentata in pietra conducono ai piani superiori, dove si trovano varie sale magnificamente affrescate.
Per queste caratteristiche la competente Soprintendenza ai Beni Culturali ha proposto che il “Palazzo Fazio” venisse sottoposto alla tutela di cui alla Legge 1089/39 ed alla L.R. 80/77. Il superiore Assessorato Regionale BB. CC., riconoscendo che l’edificio presenta un importante interesse storico-architettonico nel contesto culturale di Barcellona P.G., ha decretato nel 1996 di sottoporlo al vincolo di tutela contenuto nelle predette Leggi.
Avviata agli inizi del secolo diciannovesimo, la costruzione del Palazzo fu condotta a termine intorno alla metà del 1800 da Don Vittorio Fazio Salvo dei Baroni di Nasari (1823-1883), del quale sono state recentemente pubblicate le annotazioni epistolari raccolte in viaggio per l’Europa, insignite del premio letterario “Pieve di Toscana”. Don Vittorio Fazio Salvo rappresenta il quarto ed ultimo ramo della famiglia Fazio di Nasari. Sposò Franca De Luca, dalla quale ebbe numerosa discendenza: il primogenito Riccardo, sposo di Felicetta dei Baroni Longo; Matilde, sposa di Don Fortunato Iannelli; Mario; Laura, sposata Cambria; Andrea, sposato con la nobile Maria Barresi dei Principi di Resuttano.
Nel libro “Aspetti e profili del Risorgimento” (Conte Editore, 1963), l’autore Luigi Athos Sottile D’Alfano descrive Don Vittorio Fazio come un patriota del Risorgimento italiano. Il figlio Don Riccardo Fazio De Luca, che ereditò il Palazzo, ebbe quattro figlie: Franca, sposa di Biagio Recupero; Francesca, sposa di Francesco Cambria; Giuseppina, sposa di Vito De Salvo e la primogenita Vittoria, sposa di Giovanni Pulejo De Gregorio.
In virtù di questa diretta discendenza, l’Ingegnere Giovanni Pulejo (1945-2013), nipote dell’omonimo Giovanni Pulejo e di Vittoria Fazio, avvia i lavori di ristrutturazione del Palazzo, portandone avanti il recupero con tenacia e rispetto delle tradizioni a lui così care.
Nella sala centrale del piano nobile, si possono notare gli stemmi delle due famiglie: il leone con la fascia rossa dei Fazio ed il leone con il ramo di puleggio fiorito di rosso dei Pulejo: antica famiglia nobiliare già nel messinese dal sedicesimo secolo. In particolare, a Santa Lucia del Mela, ne attesta la presenza la “mastra nobile” della cittadina del 1775. Nella chiesa dei Padri Cappuccini, sempre in Santa Lucia, fu sepolto il noto giurista Giuseppe Pulejo. La famiglia contrasse alleanze e parentele con le più illustri casate del territorio, quali D’Amico, Carrozza, Colonna, Fulci.
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